I Fiori nel momento del bisogno…

Ci sono momenti della nostra vita che ricordiamo meglio di altri, e non sempre sono i migliori; talvolta molto eloquenti nel volerci comunicare il bisogno o forse la necessità di dover essere forti, coraggiosi, di avere tempismo, di mostrare audacia.

Viviamo un momento storico di grande accelerazione, dove il tempo sembra non bastare mai a soddisfare le richieste di tutti e dove il senso di inadeguatezza serpeggia costantemente.
In un contesto di questo tipo può accadere di non sentirsi adeguati, di perdere facilmente la fiducia in se stessi, fino a scivolare in uno stato di prostrazione che nel peggiore dei casi può portarci a perdere di vista gli obiettivi più importanti ma soprattutto a dimenticarci di noi.

In realtà questo accade perché ogni giorno siamo spinti sempre più a soddisfare richieste di prima necessità e, come il criceto nella ruota, il nostro unico obiettivo rimane quello di continuare a girare vorticosamente in quello che diventa un alienante circuito senza uscita, sempre uguale a se stesso, che ci porta distante dal centro e quindi dal nostro percorso di vita, appesi alle altrui aspettative.

Quando l’anima si allontana dal suo cammino iniziano i problemi…se è vero che il valore dell’esperienza acquista spessore durante la crescita dell’essere umano, è altrettanto vero che bisogna dare un senso al nostro “viaggio”, affinchè si acquisisca una vera e propria elevazione spirituale, anche attraverso quegli incidenti di percorso, come la malattia per esempio, che ad una lettura più attenta possono rappresentare un’occasione di crescita e non soltanto una disgrazia della quale siamo stati vittima.

Il più grande tradimento verso noi stessi avviene quando ci dimentichiamo dei nostri desideri, bisogni, aspirazioni; quando ci rendiamo conto che se riusciamo “a sopportare ancora un po’…” vedremo i risultati.

Di quali risultati stiamo parlando in realtà?
Quale prezzo dobbiamo scontare per considerarci appagati?
Spesso, in questo contesto, anche il corpo ci invia dei segnali, nella speranza che possiamo capire quale strada prendere, quale percorso seguire, in alternativa a quello scelto. Per esempio, possono sopraggiungere problemi articolari, rigidità, mal di testa, senso di gonfiore e pesantezza, disturbi del sonno e soprattutto dell’umore. Ecco allora fare capolino la malinconia, la facilità al pianto, un senso di apatia e rassegnazione che non riusciamo a scrollarci di dosso, fino ad arrivare a disturbi più seri e preoccupanti, per i quali si rende necessario l’intervento di uno specialista.

Forse abbiamo smesso di pensare a tutto quello che vorremmo o che avremmo voluto fare, per lasciare il posto a quello che ogni giorno si deve portare a termine. E questo ci allontana dalla nostra strada, dal percorso che l’anima è stata chiamata a compiere. Questo disallineamento tra l’Io superiore e la personalità, frutto anche di sovrastrutture familiari e culturali, ci distoglie dal fulcro dell’esperienza animica.

E’ in questo contesto che le essenze floreali giocano un ruolo determinante, dal momento che il loro compito è soprattutto quello di ristabilire una corretta comunicazione tra l’anima e la personalità, riequilibrando le disarmonie prodotte da una distorsione energetica.
Nella floriterapia australiana possiamo usare a questo proposito un fiore molto significativo, il Waratah, (Telopea Speciosissima) che dona una grande energia vitale e aiuta a ritrovare serenità e bilanciamento. Rientra anche nella composizione della miscela Emergency, rimedio di pronto soccorso, in grado di fornire un valido supporto e una centratura energetica.

Aiuta ad avere coraggio e forza o ad alzarne il livello, qualora ce ne fosse bisogno. Possiede un’efficacia immediata e per questo è bene utilizzarla per periodi brevi, poiché il rimedio è indicato soprattutto per questione che necessitano di una risoluzione veloce. E’ di grande aiuto per tutti coloro che hanno sperimentato una disperazione profonda e che in questo modo hanno ritrovato il coraggio di andare avanti. Può essere utilizzato anche a seguito di un trauma importante o di situazioni che non sono state correttamente elaborate e hanno quindi lasciato sedimentare emozioni che nel tempo hanno prodotto stati d’animo pesanti e difficili da gestire.

Waratah è indicato per quella che in floriterapia viene chiamata “la notte buia dell’anima”, quando ci si sente disperati, sfiduciati, incapaci di trovare il coraggio per andare avanti e fare delle scelte importanti e significative per noi. Utile anche quando ci si sente prosciugati o energeticamente esausti, e per questo non si riesce a vedere le cose con sufficiente chiarezza e distacco. In questi casi è necessario recuperare l’obiettività a necessaria per fare delle scelte sane e compatibili con la nostra anima, ma per fare questo bisogna innanzitutto equilibrare l’energia di cui disponiamo.

Waratah può essere assunto per periodi non troppo lunghi; il tempo necessario a ristabilire un equilibrio tale da permetterci di fare un percorso più mirato, al fine di ricercare il motivo del nostro malessere. Ristabilire una “centratura” è infatti il primo passo per poter iniziare un percorso floriterapico che ci consenta di arrivare al cuore del problema. Nella floriterapia di Bach, possiamo utilizzare Sweet Chestnut (Castanea sativa), collegato al principio della liberazione.
Il dr Bach lo descriveva come il fiore “per lo stato interiore di sofferenza”, in cui sembrava essere minacciata l’esistenza stessa dell’anima. Riguarda tutti coloro che sentono di aver raggiunto i limiti estremi di sopportazione e non sanno più come andare avanti, talvolta convincendosi che non può esistere una via d’uscita. Sicuramente il potenziale negativo del fiore rappresenta la condizione spirituale più drammatica per l’individuo, che non sa più cosa fare poiché la sofferenza supera ogni capacità di umana tolleranza.

Per questo motivo Sweet Chestnut “impone” frequentemente cambiamenti decisivi e sostiene la persona nell’affrontare situazioni annose e abbandonare quelle strutture ormai riconosciute come deleterie, per far posto al nuovo. A questo senso di smarrimento dovrà imparare a cedere, poiché soltanto da questo potrà rinascere.
Sweet chestnut aiuta a fare un vero e proprio salto quantico, nel momento di massima tensione spirituale, evitando che la persona crolli definitivamente, sotto il peso di emozioni laceranti e mai condivise prima. E in questo caso parliamo proprio di un’intensità non comune, al di sopra della media. Ritengo per questo, che lavorare sulla propria persona in modo consapevole e con l’aiuto di un valido floriterapeuta possa condurci per mano a scoprire parti di noi che mai avremmo pensato di conoscere e che, sole, possono offrirci la chiave di lettura adatta per accedere alla comprensione della nostra vita.

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